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Itinerari

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  • Le Torri medievali
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  • Il Castello di Ostiglia, era un'antica roccaforte. Venne edificato intono al 1151 per volere del marchese Ermanno di Verona, ma che fu da sempre osteggiato sia dai veronesi che dai mantovani. Venne parzialmente distrutto e riscostruito nel 1300 da Alberto della Scala, a pianta quadrata, e dotato di quattro torri angolari. Dopo gli Scaligeri e i Visconti, nel 1400 passò in possesso ai Gonzaga, che lo tennero per trecento anni. Nel 1630 la struttura venne attaccata dai Lanzichenecchi e nel 1718 e 1729 venne quasi totalmente distrutto. Ciò che rimane del castello sono tre torri e il basamento di una torre appartenuta alla rocca lungo l'argine del fiume. Le torri medievali di Ostiglia hanno subito interventi di consolidamento e messa in sicurezza (in particolare della torre campanaria), in seguito ai danni del terremoto del 2012. I lavori di recupero sono stati suddivisi in due parti, una da 27.500 euro per la messa in sicurezza, finanziata con ordinanza regionale sul sisma; l'altra ha riguardato il completo recupero, per un importo di 50 mila euro finanziati con risorse proprie del Comune di Ostiglia. I lavori: messa in sicurezza e consolidamento delle crepe provocate dal sisma sulla torre campanaria e l'ingabbiamento interno per prevenire eventuali ulteriori danni da eventi naturali. I lavori sono stati coordinati dal progettista, ingegner Claudio Fazzi.
  • Palazzina "Mondadori"
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  • La Palazzina Mondadori fu sede della prima tipografia di Arnoldo, oggi restaurata e parte di un Accordo di Programma con la Regione Lombardia, valorizza i natali di Arnoldo Mondadori ospitando la sua Biblioteca personale e privata, composta da circa 1.000 libri, aule didattiche, multimediali e sale espositive. Questo museo va inserito all'interno del Sistema Museale Provinciale di tutti i Musei. La Palazzina ha come ulteriore scopo la promozione della lettura e, in collaborazione con la Fondazione Mondadori, intrattiene contatti con le principali realtà nazionali dedicate alla storia della scuola e dell'editoria scolastica (università, musei, centri studio).
  • Biblioteca Musicale "Greggiati"
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  • Biblioteca Musicale "Greggiati" Il Fondo Musicale, nella sua suddivisione in due sezioni relative alle opere a stampa e a quelle manoscritte, si avvale di prestigiosissime opere (circa diecimila). Dai due bifogli pergamenacei del Codice Vaticano Rossi n°215 del XIV sec. si arriva alla sezione a stampa, della trattatistica rinascimentale, pressoché completa, con le opere del Galilei, del Glareano, dello Zarlino, del Vicentino, del Gaffurio, dello Zacconi, dell’Artusi per passare poi agli scritti secenteschi del Penna, del Berardi e a quelli sempre teorici settecenteschi del Doni, Fux, Arteaga, Burney, arrivando al XIX sec. con Fétis, Calegari. Nella sezione della musica a stampa si contano circa cinquemila volumi di autori quali Bach, Bellini, Carulli, Giuliani, Haydn, Mercadante, Rossini, Verdi, Viotti, e si dovrebbe a lungo continuare l’elenco. Importante anche la cospicua presenza di libretti d’opera, molti dei quali stampati a Mantova e recanti testi di melodrammi da rappresentarsi nella stessa città.
  • Biblioteca Comunale
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  • Biblioteca Comunale di Ostiglia e Informagiovani ORARI ESTIVI BIBLIOTECA IN VIGORE DAL 10 GIUGNO 2014 AL 6 SETTEMBRE 2014 Martedì 09.30 - 12.30; Mercoledì 09.30 - 12.30 17.00 - 21.00; Giovedì chiuso; Venerdì 09.30 - 12.30; Sabato 09.30 - 12.30
  • Nelle terre di Matilde di Canossa
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  • Itinerario Cicloturistico. La Basilica Abbaziale, con il sagrato delimitato da una balaustra con 7 statue, è stata riedificata tra il 1540 ed il 1544 sulle preesistenti strutture dal grande Giulio Romano. Il Monastero di Polirone fu reso famoso da Matilde di Canossa. In seguito all’incontro tra papa Gregorio VII ed Enrico IV imperatore, Matilde affidò l’Abbazia di Polirone al pontefice, il quale la aggregò alla congregazione benedettina di Cluny in Borgogna. L’interno a 3 navate con soffitto a crociera e cupola sull’altare maggiore conserva 32 statue di Santi e pregevoli mosaici del XI sec. Da visitare i chiostri di san Simeone, dei Secolari e di San Benedetto . Nel Refettorio monastico, sede del museo dell’Abbazia, si può ammirare un grande affresco attribuito al Correggio il Giovane.
  • Strada dei vini e dei sapori mantovani
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  • Dal 2000 anche nella nostra provincia opera l’Associazione “Strada dei vini e dei sapori mantovani”, riconosciuta dalla Regione Lombardia. L’Associazione si propone di valorizzare le produzioni tipiche del mantovano dal vino, alle produzioni tipiche e ai piatti della tradizione. Su trecento chilometri, opportunamente segnalati con apposita cartellonistica, la nostra provincia si presenta in tutte le sue eccellenze: agroalimentari, appunto, ma anche artistiche, storiche, naturalistiche e paesaggistiche. Della Strada fanno parte sia enti come la Camera di Commercio, la Provincia, alcuni Comuni e Pro Loco e naturalmente cantine, ristoranti e botteghe del gusto. Le cantine associate si sono attrezzate per visite e degustazioni mentre l’impegno dei ristoratori è di servire i piatti della tradizione: tortelli di zucca, risotto alla pilota o “menà”, luccio in salsa e una gran varietà di dolci. Nelle botteghe del gusto si possono trovare i grandi formaggi Parmigiano Reggiano e Grana Padano, i salami del Consorzio e i cotechini, le zucche e le pere mantovane e le molte mostarde che ben si accompagnano con i formaggi. I Barcaioli del Mincio a Rivalta offrono poi la possibilità di visite fluviali nel cuore della riserva naturale. Seguendo il simbolo dell’Associazione, una sinuosa strada gialla che si insinua in tre acini colorati di giallo, rosso e viola, si possono scoprire aspetti del territorio che non sempre hanno avuto la loro giusta valorizzazione.
  • Strada del Tartufo mantovano
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  • Il progetto di promozione e valorizzazione turistica dell’area tartufigena dell’Oltrepò Mantovano prevede la creazione di un “sistema tartufo” che integri le valenze di tutela della cultura e della peculiarità del territorio con l’incentivazione del turismo legato alle specificità naturalistiche della zona. Per questo oltre ai classici strumenti di promozione (guide informative, mappe, sito internet, etc) il progetto prevede la creazione e la promozione delle “Oasi protette del Tartufo”, cioè aree ben indicate con una segnaletica specifica (indicante l’inizio e la fine delle aree tartufigene) in cui saranno indicate le regole di tutela e di comportamento per proteggere il territorio e garantire la nascita del tartufo. Il territorio sarà caratterizzato da un elevato numero di punti sosta attrezzati lungo un percorso che si snoderà attraverso le ciclabili sul Po in cui si distende la Strada del Tartufo, un percorso di grande impatto naturalistico e di conoscenza del territorio. I punti sosta saranno attrezzati con panchine, tavoli e saranno ad impatto zero, cioè costruiti con materiali riciclabili. Saranno disponibili per i visitatori del territorio stazioni di bike sharing, al fine di permettere il noleggio di biciclette dislocate su più punti lungo l’asta del fiume. Ciò permetterà di visitare il territorio e le oasi segnalate dai pannelli informativi, rispettando l’ambiente e stando a contatto con la natura.
  • Riserva naturale "Paludi di Ostiglia"
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  • Le “Paludi di Ostiglia” sono un’ampia zona umida “pensile”, originata dal divagare delle acque del fiume Busatello, sopravvissuta alle bonifiche del vasto complesso delle Grandi Valli Veronesi grazie alle pratiche di coltivazione delle erbe palustri (carice e canna di palude), protrattesi al suo interno sino agli anni ‘70. Venute meno le attività tradizionali, faticose, poco redditizie e senza prospettive di riscatto sociale, si è assistito a una progressiva diversificazione degli habitat con conseguente arricchimento delle specie presenti, sia animali (in particolar modo uccelli, con 175 specie censite) che vegetali (226 specie censite). Il riconoscimento, avvenuto già negli anni ’80, dello status di Zona Umida di Importanza Internazionale e di Zona di Protezione Speciale per l’Avifauna, ha sancito ufficialmente l’importanza internazionale di questo lembo di terra ai fini della conservazione della natura.
  • La Basilica Abbaziale di San Benedetto Po
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  • La basilica Abbaziale di San Benedetto Po detta anche “Montecassino del nord” o “Cluny lombarda” è una delle testimonianze benedettine più importanti dell’Italia settentrionale.
  • Gita alla Riserva Naturale Regionale Isola Boschina
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  • L’Isola Boschina, estesa su una superficie di circa 35 ettari, è già presente in documenti storici del XVII secolo ed occupa una nicchia riparata del fiume Po’, tra gli abitati di Ostiglia e Revere. Oggi i boschi dell’isola sono costituiti prevalentemente da quercia farnia, carpino bianco, olmo, pioppo nero e bianco, cui sono associati frassino, acero campestre e una varietà di specie arbustive autoctone. Di rilevante interesse genetico è la presenza di alcuni pioppi monumentali, in questo periodo anche oggetto di ricerca. L’Isola Boschina ospita inoltre una fauna variegata, con numerose specie di insetti, uccelli (tra cui il picchio rosso e il nibbio bruno) e piccoli mammiferi (tra cui il riccio e la volpe).
  • Ciclovia Destra Po
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  • Da Riva di Suzzara al ponte di San Benedetto Po l'itinerario si snoda sulla riva destra del fiume Po lungo le strade arginali scarsamente trafficate.
  • Gita alla Riserva Naturale Regionale Isola Boschina
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  • L’Isola Boschina, estesa su una superficie di circa 35 ettari, è già presente in documenti storici del XVII secolo ed occupa una nicchia riparata del fiume Po’, tra gli abitati di Ostiglia e Revere. Oggi i boschi dell’isola sono costituiti prevalentemente da quercia farnia, carpino bianco, olmo, pioppo nero e bianco, cui sono associati frassino, acero campestre e una varietà di specie arbustive autoctone. Di rilevante interesse genetico è la presenza di alcuni pioppi monumentali, in questo periodo anche oggetto di ricerca. L’Isola Boschina ospita inoltre una fauna variegata, con numerose specie di insetti, uccelli (tra cui il picchio rosso e il nibbio bruno) e piccoli mammiferi (tra cui il riccio e la volpe).
  • Sulle orme di Matilde
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  • A pochi chilometri da Mantova si trova San Benedetto Po il cui nome, anticamente San Benedetto in Polirone, è legato al monastero benedettino fondato nel 1007 da Tedaldo di Canossa sull’isola che sorgeva tra il fiume Po e il Lirone. Il centro del paese si è sviluppato in riva al fiume e intorno al vasto complesso monastico, aventi un ruolo primario nella vita della comunità nel corso dei secoli e fino ai giorni nostri. Oltre duemila anni di storia sono sedimentati nelle strutture di questo complesso monumentale che offre diverse modalità di visita nei luoghi caratteristici del monastero.
  • Ciclabile Ostiglia - Treviso
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  • Il tracciato dell'ex-ferrovia militare è stato convertito in parte a pista ciclabile. Un itinerario che unisce storia, cultura, bellezze naturali e spiritualità. Da Treviso a Ostiglia, in provincia di Mantova, è possibile ammirare in bici, immersi nel verde della campagna veneta, le antiche testimonianze della Serenissima: le Ville Venete opera di famosi architetti come il Palladio. Ma senza scendere dalla bici si può arrivare alle città murate medievali: Castelfranco Veneto o Cittadella sono raggiungibili grazie alla rete ciclabile. è d’obbligo sostare, per la delizia del palato, nelle “Ostarie” ed assaggiare le specialità locali: i “fiori d’inverno” nella terra del Radicchio Rosso o l’Asparago ma l’Ostiglia potrà essere il punto di partenza per conoscere tutto l’entroterra Veneto.
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